Geometrie Variabili, 2002
2002
Progetto: Geometrie Variabili
Azienda: Fiat Auto
Design: Jean Nouvel
Design Management: Gino Finizio
Fiat Auto: Humberto Rodriguez, Roberto Giolito, Nevio Di Giusto
Team: Luigi Formicola, Ives Marbrier, Frédéric imbert
Foto: Endstart

Quando si parla di distanze si pensa ad aumentarle o ridurle in funzione delle reali esigenze. Il moltiplicarsi di mezzi di trasporto diminuisce le distanze tra persone e popoli ma aumenta le distanze tra uomo e territorio. Si innesca così un processo continuo che da un lato alimenta il progresso tecnologico, dall’altro condiziona l’equilibrio tra specie e natura, lasciando tracce indelebili, che alterano l’ambiente. Il serpente che si morde la coda. Queste distanze, create dall’uomo con l’uso e l’abuso di mezzi e tecnologie, richiedono un profondo cambiamento culturale che può realizzarsi solo attraverso un percorso creativo, di ricerca e di progetto. Si tratta di integrare il pensiero progettuale di intelligenze diverse e capaci, rivoluzionare il sistema, rompere la tradizione della esasperata sete di possesso dell’auto per passare all’utilizzo razionale del mezzo di trasporto in funzione delle reali necessità di spostamento di persone e cose. Dal possesso all’accesso al territorio, nel rispetto del suo patrimonio culturale. Ho tracciato con Jean Nouvel un percorso creativo alimentato da Advanced Design Fiat Auto. L’idea è creare una nuova matrice in grado di generare concetti di veicoli intelligenti capaci di vivere il luogo senza alterarne la natura. Ho parlato con lui di città, di parchi, di paesi emergenti, del mare, del deserto, della foresta e dei cambiamenti in atto che mutano continuamente lo scenario condizionando il nostro sistema di vita e di lavoro. Le nostre città non muteranno. Parigi e Napoli cambieranno di poco. Nuove installazioni architettoniche e geometrie variabili le caratterizzeranno maggiormente lasciando invariato il loro essere, non di più. Non si può modificare la storia, bisogna vivere il presente ed immaginare un possibile futuro positivo dove parchi urbani saranno progettati per ricevere mezzi di trasporto, che realizzano una maggiore integrazione tra uomini e luoghi. Veicoli privati e pubblici che vivono disinvoltamente nel paesaggio urbano in termini di utilizzo, energia, materiali ed estetica. Un mezzo minimo, trasformabile, leggero, trasparente, che ci consente di vivere i colori, gli umori del luogo. Uno sviluppo verticale dello spazio interno, reso flessibile da meccanismi telescopici, aumenta il rapporto tra visibilità e spazio di servizio. Un volume pieno, che contiene il sistema di propulsione, e che trasmette sensazioni di forza e sicurezza, è sovrastato da un abitacolo leggero che racchiude lo spazio da vivere: un invisibile confine con l’esterno che amplifica la visione e dona un senso di libertà. Per enfatizzare il concetto di immaterialità dell’abitacolo sono proposti, per l’auto, materiali intelligenti in grado di cambiare aspetto secondo l’esigenza d’uso: lastre trasparenti in grado di variare la loro opacità, diventare interfaccia per le tecnologie presenti a bordo, o supporto comunicativo sulla superficie esterna. Il doppio pianale ospita motori, energia e servizi ed é ricoperto da un tappeto integrato “capitonné” in grado di ricevere innesti diversi per un reale allestimento differenziato di sedili, oggetti ed accessori tecnologici; arredabile e personalizzabile secondo il gusto e le esigenze dei consumatori. Il tappeto tecnologico può essere confezionato durante il processo produttivo secondo le richieste specifiche dell’acquirente: si realizza così l’auto su misura.