New Small, 2000
2000
Progetto: New Small
Azienda: Fiat Auto
Design: Michele De Lucchi
Design Management: Gino Finizio
Lancia: Humberto Rodriguez, Roberto Giolito, Nevio Di Giusto
Team: Luigi Formicola, Sezgin Aksu
Foto: Endstart

Lo spazio è un bene primario per l’uomo, che ne garantisce il benessere e la sopravvivenza. Il pianeta si popola sempre più di uomini e di cose ed il problema dimensionale è divenuto uno degli aspetti più importanti da considerare immaginando un possibile futuro positivo. Il rapporto uomo spazio va difeso con determinazione senza fermare il progresso. Si tratta di trovare il giusto equilibrio per garantire la naturale evoluzione dell’uomo in armonia con lo spazio in cui vive, un rapporto onesto tra architettura e mobilità e tra uomo e città. L’automobile, bene prezioso ed incombente, a volte magica necessità, a volte inutile e goffa presenza. L’auto è uno degli attori principali del nostro secolo e ne condiziona l’intero contesto. Possiamo rinunciare all’auto ed al suo progresso? Non credo. Ma certamente ne dovremo gestire, con cura, gli aspetti dimensionali, progettare gli spazi che occupa ed i servizi che la ricevono, prevedendo un utilizzo sempre più razionale, progettare l’auto pensando ad una mobilità possibile, alla semplicità del mezzo, per favorire la funzionalità del sistema. Progettare un movimento fluido più adatto ai nostri tempi ed ai luoghi in cui viviamo. Leggere il passato, il presente e immaginare il futuro, il futuro dimensionale dell’auto. Riuscire a cogliere il minimo ingombro possibile, in armonia con i luoghi di utilizzo, per un progresso industriale che non penalizzi l’uomo nel suo vivere naturale e che tenga conto dell’ambiente e del patrimonio culturale. In tutti i settori analizzati, nel corso di questo lavoro di ricerca, design, arredo, moda, mobilità gli oggetti presi in considerazione sono stati progettati con caratteristiche e accezioni di minimo che garantiscono la massima efficacia e la massima resa.

Michele De Lucchi

Il progetto New Small prende avvio direttamente dall’esperienza di progetto del 1998 intitolato “una stanza in più”. Il concetto di spazio infatti rimane ancora centrale. Noi vorremmo affrontare il tema in un’ottica da architetti: vogliamo usare i concetti dello spazio architettonico applicato all’automobile: non pensiamo cioè ad uno spazio dedicato alla guida, alla velocità, alla funzionalità stretta dello strumento automobile, ma ad uno spazio architettonico, nel quale i movimenti siano liberi, semplici e disinvolti lasciandoci ogni flessibilità. Spesso non ci rendiamo conto di quanto inusuali e non pratici siano i movimenti che facciamo in automobile rispetto a quelli che normalmente facciamo nelle nostre case, negli uffici, ovunque. Il progetto prende avvio da una forma monovolumetrica, prismatica, priva cioè di tutti quegli arrotondamenti che siamo abituati a vedere nelle automobili: le pareti e la facciate sono rigidamente piane e incontrano la forma di copertura con spigoli rigidi e precisi. L’automobile è composta da un pianale di grande spessore contenente tutta la parte motoristica e ciclistica al quale è fissato, nella parte centrale, un ponte che, oltre a garantire la sicurezza in caso di ribaltamento, irrobustisce il tetto e le fiancate. Nella parte frontale copertura e fiancate sono definite in forma fissa mentre è intercambiabile la parte posteriore. Sono così pensabili quattro versioni che abbiamo in una prima fase identificato in: berlina, van, pick-up ed espace. Chiaramente molti dettagli sono ancora da studiare ma l’avvio del progetto ci sembra promettente.